Voto 8 a Shai Gilgeous-Alexander
Il fiore è sbocciato e Oklahoma si ritrova in casa una rosa luccicante che accende l’entusiasmo dei tifosi e le chances della squadra molto prima di quanto pianificato dall’ultimo ribaltone voluto dal General Manager Sam Presti. A inizio stagione, con Chet Holmgrem fuori tutto l’anno prima ancora di cominciare, si prospettava un’annata a perdere in proiezione Wembayama (il francese prima scelta di San Antonio al recente draft 2023), invece i Thunders hanno chiuso in decima posizione e perso la finale del play-in contro Minnesota. Gran parte del merito delle 40 vittorie in stagione è di Shai Gilgeous-Alexander, cresciuto sotto ogni punto di vista e capace di firmare 31.4 punti, 4.8 rimbalzi e 5.5 assist a serata.
Numeri da quarto miglior cannoniere del campionato e da piazza d’onore come giocatore più migliorato dietro a Lauri Markkanen, solo perché Shai in passato aveva già dimostrato molto più del finlandese di Utah. L’abilità di bucare la difesa alternando penetrazioni e tiri dalla media lo hanno portato al primo All Star Game e ad esser selezionato nel primo quintetto stagionale. Oltre a segnare 6.9 punti in più rispetto all’anno precedente, a fronte di meno di un minuto in più trascorso in campo, il 90% ai liberi e il 51% dal campo indicano che siamo davanti a un top 10 del gioco. E a Oklahoma lo sanno bene, per questo c’è tanta fiducia per il futuro a breve e medio termine.
Voto 7 ai New York Knicks
Buonissima la stagione dei Knicks, tornati protagonisti ai playoff grazie al successo contro la più quotata Cleveland. Peccato, poi, che contro Miami si sia vista la brutta copia della squadra compatta ed energica ammirata sino ad allora. L’annata si chiude però con una certezza: da Barrett a Quickley, passando per Grimes e Robinson, c’è un valido supporting cast (età media 25 anni) su cui costruire una squadra da titolo. A guidarla c’è Jalen Brunson, che al primo anno ha incantato e conquistato il Garden, anche ma non solo per i 24 punti e 6.2 assist a partita (49% dal campo e 41% da tre), perché l’ex Dallas ha dimostrato di avere leadership e soluzioni quasi sempre efficaci, playoff inclusi.
Probabile che per diventare una vera contender i Knicks debbano disfarsi di Julius Randle (top scorer della squadra con 25.1 punti a gara e incluso nel terzo quintetto All-NBA), troppo instabile e in parte prevedibile nelle scelte offensive negli incroci da dentro o fuori. Coach Tom Thibodeau ha instillato nella squadra il dogma difensivo ed è un punto fermo per la dirigenza, solo che per vincere serve almeno un piano B e la capacità di variare lo spartito per reagire alle intuizioni avversarie. E per salire questo gradino, forse, nella Grande Mela serve qualcun altro.
Voto 7 a Paolo Banchero
I riflettori puntati sono serviti per illuminare il talento della prima scelta del draft 2022, che se non è ancora l’uomo franchigia di Orlando è destinato a diventarlo in tempi brevi. Con 20 punti e 6.9 rimbalzi e una serie di numeri che, oltre al premio Rookie dell’anno quasi all’unanimità, gli valgono il confronto con mostri sacri come LeBron James, Kevin Durant, Carmelo Anthony e Luka Doncic, l’ala ha ribaltato la stagione dei Magic iniziata con 5 vittorie nei primi 25 incontri e finita con 34 vittorie e 48 sconfitte. Cifre a parte, di Banchero ha colpito l’intelligenza e l’abilità nel lucrare tiri liberi (12esimo in tutta la lega davanti a Harden, Jokic e Booker solo per citarne alcuni) e capacità di finire al ferro, oltre al buon tiro dalla media e una costante presenza mentale sui due lati del campo.